Robert Frost era un uomo che ha attraversato diversi ostacoli impegnativi nella sua vita. Nelle sue poesie usa molte metafore orientative che esprimono tempi così difficili. Questo poeta, che può essere considerato anche un realista, ritiene necessario che le cose crollino. Secondo Frost, “Tutte le metafore si guastano da qualche parte. Questa è la sua bellezza. È un andare e venire con la metafora, e finché non ci hai convissuto abbastanza a lungo non sai quando andrà. Non sai quanto potrai ricavarne e quando cesserà di produrre. È una cosa molto viva. È come la vita stessa”. Le sue poesie utilizzano metafore per dare ai concetti principali l'orientamento spaziale; dà loro significato mostrando un viaggio di andata verso il cielo e poi di ritorno sulla terra. Ad esempio, in un saggio scritto dallo stesso Frost, spiega che affinché gli studenti comprendano il vero significato del pensiero, devono capire che si tratta semplicemente di essere in grado di dire una cosa in termini di qualcos'altro “… Dire loro che è mettere i piedi sul primo piolo di una scala la cui cima sporge nel cielo”. Questa citazione è ideale mentre esaminiamo ulteriormente tre poesie di Frost in cui vengono utilizzate metafore orientative e si collegano anche con il simbolo di andare verso il cielo e poi tornare sulla terra. In particolare, “After Apple Picking”, “Birches” e “The Silken Tent” sono scritti che mostrano un malinteso su un argomento; tuttavia c'è in realtà un altro significato dietro di esso. Quando iniziamo a dare un'occhiata più da vicino a "Dopo la raccolta delle mele" è evidente che ogni riga di questa poesia contiene una rappresentazione di metafora. Ad esempio, "La mia lunga scala a due punte sporge attraverso un albero/ verso il cielo/ e c'è un barile che... in mezzo alla carta... ci vengono date delle foto/immagini di alberi" … un dramma potente e dinamico di betulle che si arrampicano, di un ragazzo che mette alla prova i limiti della sua audacia, mantenendo l'equilibrio in posizioni precarie di sua scelta. Troppo lontano dalla città per giocare a baseball, troppo solo per essere sfidato dagli altri, sfida se stesso”. (Faggen 160) Insieme alla descrizione di questo ragazzo, all'interno della poesia si intrecciano anche ricordi, fantasia e un po' di realtà. Nelle prime righe, Frost descrive l'immaginazione quando spiega che nella sua mente gli piace credere che un ragazzo abbia piegato le betulle. Subito dopo il pensiero subentra la realtà, quando si rende conto che solo le tempeste di ghiaccio possono piegarli. Una metafora che Frost usa per paragonare le betulle “… Come ragazze carponi che gettano i capelli/ Davanti a loro sopra la testa ad asciugare al sole...”
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