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La responsabilità di Victor Frankenstein Sebbene gli esseri umani abbiano la tendenza a fissare obiettivi idealistici per migliorare le generazioni future, spesso i risultati possono rivelarsi disastrosi, persino mortali. La storia di Frankenstein, di Mary Shelley, si concentra sull'esito delle motivazioni idealistiche e del desiderio di un uomo di dilettarsi con la natura, che si traducono nella creazione di creature orribili. Victor Frankenstein non era destinato al fallimento a causa del suo desiderio iniziale di oltrepassare i limiti naturali della conoscenza umana. Piuttosto, è stata la sua cattiva genitorialità nei confronti della sua progenie a portare la sua creazione alla sete di rivendicazione della sua vita ingiusta. Nel suo idealismo, Victor è accecato, e quindi la creazione lo accusa di averlo consegnato in un mondo in cui non potrà mai essere accolto del tutto dalle persone che lo abitano. Non solo non riuscendo a prevedere il suo idealismo difettoso, avvicinandosi alla fine del racconto, si imbarca in un viaggio finale, scegliendo consapevolmente di perseguire la sua creazione per vendetta, pur ammettendo lui stesso che ciò potrebbe comportare la sua stessa rovina. La creazione di un essere non amato e la ricerca dell'elisir di lunga vita rendono Victor Frankenstein più responsabile della propria morte che della creazione stessa. Consegnato al mondo, completamente cresciuto e senza un tutore che gli insegni le vie del mondo umano, il la creazione scopre di essere sola, ma non priva di risorse. Tenta di comunicare con il suo creatore, tuttavia, è incapace di parlare. Mentre Frankenstein racconta la situazione, dice: ho visto il disgraziato, il miserabile mostro che avevo creato. Sollevò la cortina del letto; e i suoi occhi, se occhi si possono chiamare, erano fissi su di me. Aprì la mascella e mormorò alcuni suoni inarticolati, mentre un sorriso gli increspava le guance. Avrebbe potuto parlare, ma non ho sentito; una mano era tesa, apparentemente per trattenermi, ma sono scappato e mi sono precipitato al piano di sotto (Shelley, p. 43). Come spiega Frankenstein, dichiara di trascurare deliberatamente di comunicare con la sua creazione, a causa del suo aspetto incredibilmente orribile. Se Frankenstein si fosse preso il tempo di comunicare e prendersi cura della sua creazione, con tutta la consapevolezza che possiede della responsabilità di un buon genitore, la creazione non avrebbe mai sviluppato il senso di vendetta e di ritorsione che lo hanno portato ad uccidere la persona amata di Victor. La creazione d'ora in poi spiegherebbe a Frankenstein tutte le sue sofferenze successive alla nascita.