Il liquido cerebrospinale (CSF) circonda il cervello e la colonna vertebrale e contiene piccole molecole, peptidi, proteine ecc., che svolgono un ruolo critico in molti processi fisiologici nel sistema centrale sistema nervoso (SNC). Il liquido cerebrospinale è considerato un serbatoio privilegiato per gli studi neurologici perché il contenuto di proteine e metaboliti e i cambiamenti nelle loro concentrazioni riflettono direttamente l’ambiente interno del cervello: offre una finestra unica per la ricerca di nuovi biomarcatori e per migliorare la diagnosi precoce delle malattie neurologiche. 1-3]. Tuttavia, la complessità del cervello e dei disturbi neurologici umani rappresenta un grave ostacolo all’identificazione di nuovi biomarcatori neurologici. Un biomarcatore può essere definito come un indicatore biochimico, farmacologico o fisiologico di uno specifico stato biologico o di uno stadio biologico definito di un organismo come rappresentato nel suo campione specifico caratteristico. Tale indicatore dovrebbe essere misurabile e possibilmente utile per scopi diagnostici e/o prognostici come la previsione della progressione della malattia, dell’attività della malattia e dell’efficacia della terapia mirata. L’identificazione di biomarcatori specifici è essenziale per la realizzazione di una medicina personalizzata, in termini di migliore stima del rischio di malattia, terapie personalizzate e miglioramento dell’esito della malattia [4]. Fondamentale per la ricerca sui biomarcatori è l’accesso a campioni biologici di qualità che devono essere attentamente annotati con dati clinici, molecolari e di raccolta. Infatti, la raccolta dei campioni deve essere basata su protocolli ben definiti che forniscono le procedure operative standard fondamentali (SOP) per la certificazione del flusso di lavoro. Il National Health and Medical Research Council (NHMRC) ha riconosciuto le biobanche come strumenti essenziali per la ricerca e le scienze biomediche. È stato ampiamente descritto che una grande biob... metà della carta... è associata a una raccolta e conservazione dei campioni non ottimali [8, 9]. Sono state proposte diverse proteine come indice della corretta conservazione del campione. Tenendo presente tutta la letteratura fino ad oggi, passiamo in rassegna queste proteine utili per il controllo di qualità del liquido cerebrospinale [10-12]. Proponiamo la valutazione diretta della qualità del campione (DASQ) applicando una rapida metodologia MALDI-TOF-MS per valutare le caratteristiche molecolari della degradazione e dell'ossidazione del campione che sono state spesso correlate con fasi pre-analitiche e di conservazione subottimali del liquido cerebrospinale. Questo approccio fornirà una valutazione diretta e analitica delle corrette fasi di raccolta e conservazione dei campioni di liquido cerebrospinale. Tale analisi verificherà la presenza di contaminazione del sangue (es. catene di emoglobina), isoforme molecolari troncate (es. Cistatina C) e proteine ossidate (es. Transtiretina) [8, 12, 13].
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